Luca D. Majer
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Jesus Christ "GG" Allin (1956-1991) ridusse tutto il resto del punk ad una recita natalizia. Ma in qualche modo ci anticipò il mondo di oggi. Di buoni trent'anni.

 

 
 
 

 

 

"Il mio corpo è un tempio r’n’r, il mio sangue nella siringa e i miei fluidi corporali sono una comunione con la gente, che piacciano o meno. Non sono qui per piacere a nessuno, il mio r’n’r più che per intrattenere è per annientare." [GG Allin]
 
"Se questa è arte, può il signor Allin affittare un angolo del Museo di Arte Moderna e tirare le sue feci addosso a chi passa?" [Michael Steinhafel, PM al processo contro GG Allin, Milwaukee, 1991]
 
 
A 26 anni dalla sua morte GG è divenuto idolo underground e oggetto di ridicoli remake folk dei suoi pezzi hardcore. Persino Sergey Brin, sicofante-capo di una tra le più colossali operazioni di controllo di massa conosciute dalla civiltà, gli avrebbe dedicato (la storia è stata poi 'debunkata' da Google) un Doodle con tanto di vomito, piscio e siringhe da insulina, spiegando d’aver “codificato la prima iterazione del motore di ricerca Google mentre ascoltavo in loop Eat My Fuc.” Una ri-consacrazione che comunque GG avrebbe fatto di tutto per letteralmente smerdare, a discapito dell’odierno mondo politically fucking correct.
 
La produzione musicale di GG Allin (1956-1993) è torrenziale: Discogs parla di 33 LP, 26 singoli/EP, 33 compilations, 11 video e 30 CDr autoprodotti con buona parte prodotta postuma e reperibile in rete. Impossibile soffermarsici in dettaglio: per orientarvi sui primi dieci anni di GG vi consiglio la discografia dell’agiografo ‘ufficiale’ Jason Litchfield che trovate in due articoli (www.terminal-boredom.com/ggguide2.html): 14 pagg. doviziose di particolari sulle varie ristampe ed edizioni uniche e cassette autoprodotte. Per il fondamentale periodo terminale consiglio invece d’iniziare coi GG Allin & The Murder Junkies

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"In questo mondo le persone soffrono molto e in questo modo io lo faccio a me stesso.

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Di scena è insomma l'altra faccia dell'invenzione ideologica del sogno americano. Nessun pellegrinaggio in 5th Ave., o sulla Highway 1 o a Hollywood Blvd. GG ti ficca due dita nella presa elettrica di quel sogno. E' l'America da trailer-park, della white-trash rurale, delle ex-città fantasma, di gente che (perso l'ultimo bus) offre la propria vita in remissione dei peccati altrui.

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Pubblicato su BlowUp #257, ottobre 2019