Luca D. Majer
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Il primo saggio di Bret Easton Ellis dopo sei romanzi e 34 anni di carriera.

 

 

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Poi eccolo a ri-difendere Kanye West e i suoi rants via Twitter e TV (pro-Trump) che BEE considera objects d'art animati da un spirito alla Duchamp (sarebbero "bi-polar, Dada performance art.") E a propagandare il meme "Post-Empire", che immagina iniziato poco dopo il 9/11 con "l'allora-radicale attitudine che voleva che la bugia dell'Impero non esistesse più" e che oggi ritrova negli eccessi del movimento LGBT, Charlie Sheen e la sua sregolatezza, i Kardashians, la Fuck You di Cee Lo Green. 

Le "celebrità" dell'Empire (Madonna, Joko, Muhammed Ali, Gore Vidal, John Lennon, Bob Dylan "e persino Joni Mitchell") "non sono più" quelle del post-Empire, perché "Il narcisismo post-Empire differisce molto da quello dell'Impero." La prova BEE la troverebbe comparando "Blood On The Tracks" di Dylan ("uno dei più orgogliosi e stilosi risultati dell'Impero") con "On The Marshall Mathers" di Eminem

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Pubblicato su BlowUp, numero di Ottobre 2019.