"Una Milano del "ghe pensi mi", del "dàmm a tràa", del "föra di ball", del "ciau Pepp", del "vàa a ciapàa di ratt" e de "l'umbrelée". C'è la Milano di Gaber e Jannacci, di Rivera e Mazzola, del palo della banda dell'Ortica e dei teddy Boys, di Gattullo e Moscatelli e il bar Jamaica. (...)

La Milano dei Navigli, della Fiera di Senigallia al sabato in via Calatafimi, dei dischi da scambiare e portare sottobraccio, di via Morigi e la casa occupata dai Gay, dei primi punk in via Torino e le colonne di San Lorenzo, del Parco Marinai d'Italia dove si riunivano i primi indiani metropolitani..."

(Giordano Casiraghi; prefazione a "Che musica a Milano")

Pubblicato da Editrice Zona, curato da Giordano Casiraghi, è un libro con oltre 120 autori che raccontano i loro aneddoti su una Milano che in buona parte non esiste più: la Milano che tra gli anni '50 e '90 del secolo scorso ha servito da culla per mille storie musicali e non.

Oltre a ricordare il mitico "elefante con gli occhiali" dello zoo-di-Milano-che-fu, negli attuali giardini di via Palestro, il libro rinfrescherà la memoria a tutti i milanesi che avevano dimenticato certi luoghi, certi nomi e certe vibrazioni ormai scomparse. Per chi a Milano c'è arrivato da fuori e dopo, è un forse incomprensibile vademecum di storia meneghina moderna.

In questa opera omnia dei luoghi della Milano che ancora era da bere, sorseggiare o comunque amare, Giordano mi ha chiesto molto gentilmente di proporre la mia versione dei fatti rispetto a due concerti mitici. La serata del dicembre 1977 con John Cage al Lirico. E il concerto in memoria di Demetrio Stratos, all'Arena - l'unica, la vera: quella... di Milano.

Qui potete leggere la sua appassionata prefazione al libro e qui vedere un frammento della presentazione, nel giugno 2014 a "le Scimmie" di Milano.