Luca D. Majer
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Nessuno, cantando, s'è mai denudato come Iain McGeachey, in arte John Martyn (1948-2009), Santo Patrono dei Martyniti. 

 

1970

 

1973

 

1982

 

2000

 

2007

 

2008

 

Non sono un uomo molto ambizioso. Voglio solo essere buono. 
(JM- 2007)

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"Storie di uno che ha steso Sid Vicious (Sid l'aveva insultato, durante una partita di poker) e che poteva sistemare quattro ubriaconi da solo se - avventati - osavano attaccare briga. Storie di un giocatore professionista di poker per un annetto, che uscì dal giro vincente. E di Iain che va in tournée, da supporter, negli USA con Traffic e poi con Clapton (nel '78) e mena vita da r'n'r, tipo"l'abituale TV buttata giù dal 17° piano.

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Nel '76 Chris Blackwell lo manda in Giamaica ("fu per 7 settimane? O per 7 mesi?") per un tagliando de-tox. Non servirà per quello scopo, ma si troverà a fianco di Lee "Scratch" Perry, geniale dub-batore. Uno che riempiva la vasca da bagno di pesci morti e conchiglie e taggava i muri di casa l'ultimo giorno di affitto con scritte surreali ("Un uomo esce, i lavoratori entrano"), per via di una curiosa filosofia: se fai finta d'essere matto, riesci a tenere lontani i veri matti. Iain deciderà che in effetti Scratch era matto "come un serpente" ma valeva la pena comunque ronzargli attorno. Nel frattempo fa da guest artist con Burning Spear e tanti altri che nemmeno lo citeranno nei loro dischi, ma John si diverte. La paga? Un pacco, tira a scelta: a) cassa di Tia Maria ("o era Kahlua? Non ricordo..."), b) due filmini porno, o c) 500 dollari falsi. 

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A 48 anni, i medici, accertato lo 'scoppio' del suo pancreas, gli chiesero di scegliere tra smettere di bere o morire e lui decise, in piena Buddità, per la via di mezzo: "una dieta bilanciata di uova in salamoia, whisky e birra": campò un'altra dozzina d'anni. Quando Iain (per problemi di salute e danaro) venne sfrattato e da Mosca, in Scozia, se ne andò a Kilkenny, in Irlanda, la sua compagna Teresa gli diede il tetto sotto il quale vivere: a cinquant'anni la sua vita doveva contare sulla buona sorte. Lui! Che amava la battuta: "Cos'è un batterista senza girlfriend? Un dannato senza-tetto!" 

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La lista degli incidenti dei suoi ultimi 10 anni di vita è uno zigzag minato tra gli effetti collaterali di uno spirito auto-lesionista, o tra una tremenda serie di sfortune: caduta alcoolica dal palco con piede rotto, diabete, collo rotto ("contro una giovenca molto scura, in una notte molto scura" - e anche: viaggiando in auto a fari spenti), cranio commosso (contro una roccia, nuotando ad occhi chiusi), problemi renali. E la tremenda sequenza culminata nel 2003: ciste trascurata dietro al ginocchio, scossa da un microfono, scoppio della ciste, ginocchio gonfio, gamba stragonfia, setticemia - via mezza gamba. Aggiungeteci due doppie polmoniti, di cui l'ultima - a 60 anni compiuti da poco - fatale.

Infelice fino all'ultimo? Al contrario, disse la regista che lo filmò per la BBC "appena prima e appena dopo" l'amputazione: "l'idea d'invecchiare con grazia era per lui quello che per altri è l'inferno."(...)

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A scaldarmi indelebilmente il cuore, quando ascolto John, è il patto stretto con la sua parte oscura: il coraggio di accettare l'effetto collaterale di metter in piazza i fatti suoi, quelli veri. Tipo i suoi concerti tra 2000 e 2008: terrificanti dimostrazioni di nudismo. Quasi gli si vede il cuore battere e il sangue zampillare mentre canta parole d'amore, rabbia e disperazione. 

Certi apostati, ascoltandolo e studiandolo, hanno convenuto che John fosse uomo da "vamp da due accordi" (Bless the Weather e Couldn't Love You More, ad esempio) e che Solid Air sia semplicemente un blues. La mia realtà è che Iain, totalmente autodidatta, è riuscito ad incastonare differenti elementi con un orecchio formidabile, una singolare maestria esecutiva, una creatività strabordante e uno psichismo sui generis, in qualcosa di affascinante ed unico che non ha bisogno di note tecniche a pie' pagina per convincerti. E sì! il suo è anche il blues dei due accordi."

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Pubblicato sul numero di marzo 2015 di Blow Up Magazine