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“Il Tour della Rinascita” (o del Rinascimento?) di Beyoncé è un maestoso affresco in grado di aiutare -a prima vista- la rimozione. Perché il “Renaissance Tour” (maggio/ottobre 2023) è uno spettacolo impressionante. Un moderno gioco circense di immagini cubitali e muri-di-suoni e dozzine di ominidi a drogare i nostri sensi con una iper-stimolazione che nel corso dello show (di due ore e mezza) si trasforma in debilitante, quasi pre-ipnotica, orgia cerebrale di suoni, colori e memes.
La quantità di mezzi utilizzati lascia capire che questa è una produzione che pochi possono permettersi. Al punto che l’apoteosi di fumo e fuochi d’artificio -sic- usati durante Rocket Man da Elton John a Glastonbury 2023 impallidiscono a confronto.
Spesso attorniata da almeno una dozzina di ballerini, ecco che “Bey” (letto: bii) dal palco centrale cammina come una modella sulla lunghissima passerella, in un florilegio di luci, fumi e riprese aeree che due schermi larghi una buona cinquantina di metri consentono di gustare nei dettagli. Il tema dei costumi è “una fantasia Afro-futurista” con capi di stilisti noti (e bianchi: Alexander McQueen, Courreges, Balmain, Ferragamo, Stella McCartney) misti alla propaganda delle tute spaziali e il bot-Maria di Metropolis.
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Notevole è il distacco del concerto dalla sua ragione d’essere musicale e il suo morfare in colonna sonora di balletto/light-show/film erotico/serata in discoteca, senza soluzione di continuità.
Se Miles Davis al Plugged Nickel era lì per suonare, qui “Bey” e la sua troupe vogliono colonizzare il nostro inconscio. In quest’ottica leggo le animazioni di Intelligenza Artificiale, il leitmotiv spaziale e pro-tecnica transumanista, i robot meccanici che roteano attorno alla Diva, il primadonnismo di vederla montare un cavallo argentato. E poi sentenze, marzialmente impresse sugli schermi: “Serve” (servi/servite), “Mind/Control” (mente/controllo = controllo mentale), il jeux de mots “Beyoncé/Opulence.” Dal bailamme spunta una citazione di Einstein (‘importa più l’immaginazione che la conoscenza’) e un truismo attribuito a Jim Morrison (‘chi controlla i media controlla la mente.’)
Dicevo all’inizio che “a prima vista” questo mega tour (che ha fatto segnare una sfilza di record di affluenza ed incassi) aiuta a rimuovere i cattivi pensieri.
Possibile che questi -però- ribollano nei nostri inconsci non appena stuzzicati da messaggi para-subliminali, mischiati a giocosi e sensuali rituali gender fluid e iper-magna opulenza.