Luca D. Majer
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Il nuovo single dei Flaminio Maphia, "Allagrande"

 


 

 

 

 

 

 

"La crisi ce n'e' così' tanta in giro che se taja cor cortello" mi diceva Max stamattina, mentre faceva del suo meglio per farsi avanti da Termini verso la Tiburtina, nel mezzo di una Roma colpita dallo sciopero dei trasporti pubblici. La risposta di Roma? Uguale a quella di qualsiasi altra città, alla faccia della benzina che sale-sempre e scende-mai: una grandine di automobili, scooters, camions, camioncini, bus, autobus, trattori, 4x4, Smart-e e chi più ne ha più ne metta. Non una strada senza coda. Non una. ("Ma dimme un po' 'sta crisi 'ndo staaa?")

Appunto. Torno appena adesso da Roma e che ti scopro? Che ho ripreso l'aereo mentre nell'Urbe stanno a lanciààà - in una inconsueta collaborazione tra Il Messaggero, Dagospia e Radio Globo - il nuovo single dei Flaminio Maphia, "Allagrande". Ammetto che non li conoscevo, ma il momento per conoscerli e' forse quello buono.

Lasciamo pure a loro stessi gente come "il Giudicatore" - uno dei primi a commentare il video della canzone su YouTube ("volevate fare il tormentone dell'estate, per me e` un altro flop"). E ci sta pure n'artro commento negativo ("La crisi sta nei suicidi degli operai disperati ma la vostra incredibile imbecillità non conosce crisi.") eppure io nun ce sto': il pezzo e' ideale. Parla di cose serie buttandole in ridere, che se ho capito bene e' la cosa da fare. (Altra cosa se e' questo il mio gusto preferito. Sarei stracciatella, io)

"A forza che i soldi mancano, la città se stà a fààà più violenta" mi diceva Max, mentre si districava nel traffico ad una velocità inferiore a quella che il tachimetro poteva segnare. Max un pessimista? None. I politici del nuovo governo? - gli ho chiesto. "Qua a Roma diciamo che si sono apparecchiati" mi spiega  - del tipo: seduti a tavola, si dividono quello che resta. "Anche se hanno poco da dividersi, perché l'impressione e' che ormai contino poco, i politici italiani". Io ricordo i discorsi dei politici degli asini Ottanta (oops - il correttore automatico m'ha cambiato la parola "anni" in "asini" - ma forse sta meglio cosi') e la frase di Max mi colpisce. E' un po' come dire che quella catastrofe che tutti i politici anni Ottanta dicevano che avremmo scongiurato ai nostri figli se li avessimo votati non l'hanno scongiurata. Eppure noi li avevamo votati, cribbio!

Vuole il caso che mi sia accorto solo in questa serata di plenilunio che i Flaminio Maphia hanno lanciato Allagrande - che non e' una professione di credo mussulmano e son certo che diventerà un successo, considerato che conferma l'analisi di Max e oggi - per vendere - bisogna cantare storie vere di strada, condivise da molti. E solo il buon Dio sa se la crisi non ha messo davvero molti in mutande e se - tra questi - solo pochi voglion pensarci:

"Lo spread ha proprio rotto er ca'/Miami, Ibiza, Saint Tropez/a Formentera il DJ set/un ristorante vuoto 'ndo stàààà?/Ma dimme un po' 'sta crisi 'ndo stàààà?/Qua sto sempre e solo a magnààà/tra champagne Dom Perignon/il belvedere e le mignon/resto un quaquaraquà."

Questo mezzogiorno, per comodita' e poco tempo, c'eravamo andati a magnààà un'insalatona da McDonalds, il che a posteriori mi ha fatto pensare che forse e' la parola "quaquaraquà" la chiave di volta della canzone dei Flaminio Maphia e della loro storia sul consumo cospicuo.

No, no. Non perché fossimo andati da McDonalds. Nemmeno perché in quel McDonalds tre ore dopo Marco, un conoscente comune, s'e' fatto sfilare l'orologio da un galantuomo-dotato-di-rivoltella, come sembra sia di rigore in tempi di crisi. (E il tutto ovviamente alla faccia a- delle telecamere a circuito chiuso, b- delle ore 16.00 di venerdì e c- del fatto che la Tiburtina sia una delle strade più trafficate di Roma.)

Piuttosto: se consumiamo come imbelli e abbiamo bisogno di consumare per esistere inutile lamentarsi. Vero. Eppure (anche): come facciamo a spendere più di quello che abbiamo? Vabbe' non stiamo a sottilizzààà stasera. Pensiamo piuttosto positivo:

"Ma come va? Va bene ma che domande/anche se sto praticamente in mutande/qua se ride pe non piagne/alla grande." 

A me? Non chiedetemi di accodarmi a questo pessimismo. Sarei gia' lieto non foss'altro per quella foto dei due papi, papa-Ratzi e Francesco, l'argentino - in ginocchio uno a fianco dell'altro. Mica succede spesso. L'ultima volta era stata circa 600 anni fa.

Fosse anche solo per questa creazione esuberante di tutto, persino di papi… ma dimme un po', 'sta crisi 'ndo staaa?

 

 

 

LDM - 24 - 5 - 13