Non so se mi abbia più impressionato guardare i reportages sulla morte di Michael Jackson o sentire Joan Baez cantare We Shall Overcome in dialetto parsi su You Tube. 

I due avvenimenti sono occorsi in parallelo, per uno di quei twists of fate che fanno credere a Dio e non solo alle coincidenze statistiche, al punto che verrebbe quasi voglia di mischiarli: Joan Baez morta in qualche casa degli USA e Jocko Jackson che canta, mano sui "gioielli di famiglia", in punta di piedi a Teheran, alla faccia degli oltranzisti conservatori che avrebbero –truccandole- vinto le recentissime elezioni e tendono a frustare le donne in pantaloni.

Il nocciolo della questione non sono tanto i due musicisti. Uno di questi noccioli, ad esempio, potrebbe essere i loro fans. Ad esempio: “ma chi sono i fans di Jocko?” Ricordo un travestito leccese che si affacciò a casa mia, per colpa del fatto di essere davanti a quella di Versace: era venuto in utilitaria da Lecce a Moltrasio (Como), 1091 chilometri, avendo saputo che da Versace stazionava Madonna, che adorava. Gli consigliai di tornare a Lecce, con gentilezza ferma. Chissà: forse tentò - con la madre settantenne che l’aveva accompagnato – lo scavalcamento delle recinzioni della proprietà Versace, finendo mangiato a morsi da dobermann ferocissimi, o finalmente incontrando la sua Madonna. Oppure da allora fa il panettiere a Lecce. Chissà. Cambio.

Tempo fa mi posi la questione di perchè Bowie piacesse tanto. David –per me- piaceva perchè dava di che sognare: non era un uomo, era un marziano, un astronauta, un ermafrodita, un travestito; insomma, qualcuno che si stagliava dalla norma. Lo stesso è per Madonna: ha un fisico che negli ultimi anni assomiglia sempre di più a quello, longilineo e muscoloso, delle zampe di rana usate negli esperimenti di Marconi. Eppure è un mito, perchè sfugge alla noia di un’esistenza monotona. E fa sognare.

Così era Jocko: quanto più inumano diventava, tanto più il suo naso assomigliava a una sottiletta, tanto più la sua pelle si tirava e sbiancava, tanto più fans sfegatati gli dimostravano affetto immarcescibile, nonostante le disavventure di accordi extra-giudiziali per accuse di pedofilia e processi pubblici misti, nonchè l’onta di essere associato ai musulmani d’America.

Infine: fa più piacere identificarsi ad una stella piena di difetti, al king of pop, che ad una reginetta del folk, che canta da cinquant’anni la stessa canzone. Un personaggio che nessuno sa dove vivesse e viene resuscitato intrapreso a cantare una canzone in una cucina anonima, in persiano, a chi piace?

Meglio stringersi nella mano "i gioielli di famiglia", urlacchiare e trangugiare un Demorol, lasciando –dicono- 400 milioni di dollari di debiti (che - a giudicare dai visibili movimenti di truppe giusto qualche ora dopo la morte di Jocko-  non credo siano tutto il lascito.)

I fans di Joan Baez sono più riconoscibili e meno dei modelli da imitare. Vestono con il sari a Pinarella, vivono (forse) in comunità religiose pseudo-indiane del Malcantone dove cantano ancora la "Ballata di Sacco & Vanzetti" come se l'uomo non fosse già andato (forse - probabilmente) sulla luna. E dieta macrobiotica stretta. Vivono, come Joan Baez, in cucina, con la chitarra acustica e le foto dei nipotini. Al che vien voglia di chiedersi: e l’eredità di Joan Baez cosa sarà? Un paio di zoccoli, come Gandhi?

LDM © - 25 - 6 - 09