Luca D. Majer
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Un notevole duo Bologna-Rotterdam.

 

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"quello che vi cerco è il buon gusto, la moderazione, e i Quai du Noise (già dal nome, aggraziato calambour parigino) me li portano con questo spazio ritmato che, ideologicamente, tenderei ad aborrire, cibo da catena di montaggio.

Eppure loro nella catena di produzione mi ci portano con garbo, delicatezza, prendendo i miei neuroni e depositandoli dolcemente su una coltre di timbri sviolinati che prendono persino Philip Glass per le palle (Nothing More Than) e lo portano in una pista da ballo deserta, interrotta dal silenzio e da riprese in fade-in. Come suonerebbero gli Air, se fossero ... palluti.

(...) musica per sinapsi in eccesso di dopamina, oppure per un bicchiere "di quello buono" di troppo. O più morigeratamente per un momento di distrazione dalla cappa al sarin che il mondo post-truth riserva a chi voglia ancora andar di testa, e non fuori di testa.

Piacevole, dolce, mai affannata, questa è musica che lo strillino promo chiama "un tentativo di sintesi e ricerca che spazia dalla musica ambient alla glitch, dal post rock alla techno." Io che vomito a sentire di caselline e stili, la chiamo musica serafica

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Pubblicato su Blow Up numero di giugno 2020.