Luca D. Majer
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Gary Larson, uno che i cartoons li ha 'buttati in vacca'...

 

 
 
 
Non m'è mai piaciuta la nostra specie.
Gary Larson, intervista al LA Times (1996)
 
 
Se "il lavoro rende liberi", Gary Larson (70 anni il prossimo 14 agosto 2020) ne è... una dimostrazione.
 
Dopo aver venduto oltre 70 milioni di calendari della sua "The Far Side", quasi 50 milioni di libri e - al culmine della sua carriera - aver visto pubblicati in oltre 1900 giornali e in 17 lingue le sue sempre intelligenti vignette e... tirate su dozzine di milioni di $ dev'essersi detto... mavaff.
 
Così se il suo primo cartoon usci l'1/1/1980, l'1/1/1995 si pensionò a soli 44 anni, riprendendo a suonare chitarra jazz (che studia con Herb Ellis) e dandosi ad un ragionato cazzeggio. Cose che oggi - 25 anni dopo - continua a prediligere rispetto al lavoro con carta e penna, specie se su commissione!
 
E, checché ne dica la parabola evangelica dei talenti, ammettiamolo: quanti non sognerebbero una carriera così? 
 
Nato a University Place, periferia di Tacoma, i suoi primi tre colpi di fortuna furono di nascere figlio di Doris (una segretaria) e di Verner (un venditore di auto) e fratello di Dan.
 
Perché il papà, quando gli chiedeva di andare a prendere la legna in cantina, Gary s'immaginava il peggio: "temevo che tutte le cose più orribili vivessero in cantina".
 
E Dan, da buon fratello maggiore, lo terrorizzava con ogni sorta di pauroso scherzo. Così crebbe con fobie e il terrore del buio, ma fu così che si fece - in un certo senso - amici quei mostri immaginari, diventati poi abituali protagonisti dei suoi fumetti.
 
Altro ingrediente fondamentale fu il suo interesse sconfinato per gli animali, che adora grazie anche al fratello e ai genitori. I quali - quando i due Larson jr. trasformarono la loro camera in un terr-acquario - invece di punirli invitarono i vicini a visitarlo. Non a caso chiama la sua prima strip "Nature's Way",  anche se poi il capo-redattore del SF Chronicle decide di ribattezzerla "The Far Side."
 
Il nuovo nome, accettato senza remore ("per me avrebbero potuto anche chiamarla Rivolta della Tribù delle Zucchine"), risulta invece assai sintomatico di quell'indugio misto a leggero distacco coi quali i lettori sembrano temere apprezzare il suo umorismo, lontano da un'accettazione incondizionata della razza umana nel suo complesso.
 
Gary è personaggio schivo: rifugge foto, interviste e la pestilenza del protagonismo. Racconta però come la scelta di fare il cartoonist gli arrivò dopo un anno di lavoro da commesso in un negozio di dischi: 
 
"Stavo in piedi di fianco al registratore di cassa e il cielo di colpo sembrò aprirsi sopra la mia testa e uno stuolo di angeli scese volando e ruotando attorno a me. Le loro voci risuonavano con toni sommessi: "tu odiiii il tuo lavoro, tu odiiii il tuo lavoro." Poi se ne andarono, ma sapevo che era vero. Gli angeli non dicono bugie."
 
(....)
 
Il formato di "The Far Side" era (ad eccezione delle strip domenicali) "a vertical, single-panel cartoon", cioè un rettangolo (magari suddiviso in più parti) e una frase (talora assente, o sostituita da un fumetto)(2) a pie' riquadro. La punch-line spesso giusto un laconico one-liner, oppure una verbosa didascalia, od ogni via di mezzo. Comunque parole scardinate dai contenuti dell'immagine: un'esperienza generalmente contorta da più piani di riferimento che includevano entomologia, storia, antropologia e letteratura (3). 
 
Le sue vignette hanno come principio fondante la nostra - psicologicamente coatta - visione di un mondo antropocentrico, perloppiù interpretata da "altri": esseri unicellulari, alieni, bau-bau o, preferibilmente, animali. Di tutti i tipi: serpenti, insetti, i gorilla amati da Jane Goodall, antilopi, elefanti, bufali, pecore (4) e le amatissime mucche, trasformate persino in Frankenstein.
 
Agli uomini di Larson non resta che credersi superiori e padroni del mondo, nonostante nello spazio della vignetta si dimostrino immediatamente egocentrici (5) , meschini (6), imbecilli (7), sadici (8) o anche solo sfortunati (9). E' così che persino le "celebrities" diventano prede seriali del suo humour, come Abraham Lincoln, Albert Einstein e Elvis Presley. 
 
Leggendo "The Far Side" la battuta penetra in noi rapida come una ghigliottina o lenta come un tarlo. Che Larson butta sul tavolo come un asso di cuori per mostrare i limiti delle 'ragionevoli' convenzioni 'civili', magari corto-circuitate da giochi di parole (10) (motivo per cui vi sono solo state - almeno credo - sporadiche traduzioni italiane, su Linus), ri-contestualizzate da questi animali che - nella sua "Far Side" - si comportano come noi (11).
 
Quindi nessun buonismo alla orso Yoghi. La Natura di Gary Larson se non è ingrata come quella di Leopardi è quantomeno amorale come quella di Herzog (12).
 
(...)
 
 
NOTE:
 
(2) Mentre squilla il telefono un pitone, seduto su una poltrona e con mezzo maiale in bocca, pensa: "Mannaggia!"
(3) "Diavolo! Milioni di persone in questa città e guarda chi dovevo andare a tamponare!" si dice Moby Dick, compressa in un'utilitaria, vedendo capt. Achab scendere dalla vettura tamponata.
(4) Tra gli avventori-pecore del jazz-bar "Wool Club", un'inquieta pecora urla ai musicisti: "Play some Be baaa."
(5) Due marinai bevono birra in un bar. Uno ha un palo di legno al posto della testa; l'altro, indicando la propria gamba di legno gli fa "Direi che non è male come storia, ma aspetta che ti racconti la mia."
(6) New York. King-Kong giace stramazzato a terra. Nella caduta ha schiacciato la spesa di una signora che si lamenta: "Ecco! E adesso che me ne faccio dei pomodori?"
(7) Nave a remi vichinga: due capi a prua, a dritta una fila di vogatori corpulenti, a babordo una di... mingherlini. Un capo fa all'altro: "Anch'io ce l'ho, Omar.... una strana sensazione di star solo girando in tondo."
(8) Un medico osserva dalla finestra di un grattacielo un cubicolo che, con una piccola gru, ha sospeso nel vuoto; la porta è lucchettata e al suo buio interno s'intravede un uomo terrorizzato, attaccato da serpi: "Il professor Gallagher e la sua controversa tecnica di affrontare simultaneamente la paura del vuoto, dei serpenti e del buio".
(9) Immaginatevi la vignetta: "Appena Dale entrò nella radura e scoprì, uno a fianco dell'altro, il mostro di Loch Ness, lo Yeti e Jackie Onassis, la sua macchina fotografica s'inceppò."
(10) La moglie topa sgrida il marito topo (che, in poltrona, legge il giornale) per il troppo disordine in salotto. E lui le fa: "Pulire? Pulire? Porco cane, questa dev'essere una topaia!"
(11) Davanti a turisti un cobra esce dal paniere con nasone, baffoni e occhiali da carnevale. L'incantatore suona il piffero pensando: "Dopo me la paga.".
(12) Una fattrice tornando dal pollaio con un paniere di uova incrocia una gallina che sta portandosi via il di-lei pupo in fasce.
 
 
 
 
Scritto il 20 gennaio 2020, beh... durante i primi filmati di morti a Wuhan.
Pubblicato su Blow Up Magazine in seguito.