Luca D. Majer
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Seconda parte, questa scritta a verdetto concluso, del mio coverage del mediatizzatissimo processo Depp/Heard, per la rubrica Contrabanda di BlowUp magazine.

Aldilà di tutto il resto, la morale è che si dovrebbe guardare un po' meno di digitale e concentrarsi di più su libri di carta.

 

 

 

Questione dividente il verdetto della causa per diffamazione Johnny Depp vs. Amber Heard di cui parlavamo il mese scorso. Ora sappiamo che, negli USA, Johnny non è un letterale sciupa femmine mentre in Inghilterra lo è. Il che inserisce una piccola dissonanza cognitiva iniziale in chi ha fede nel potere giudiziario.

 

(...)

 

I pochi scettici si chiedono come mai dal primo giorno una fenomenale campagna mediatica ha distrutto Amber. Ci può stare, vista la sua pessima performance attoriale durante la propria deposizione.

 

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MA per ripristinare l’immagine del pirata (!!) più simpatico da Ushuaia a Capo Nord e preparare il pubblico ad una prossima avventura mozzafiato ci voleva altro. Un’attività mediatica pro-Depp importante. E questa c’è stata, iniziando sin da prima dell’udienza iniziale in tribunale: quando si seppe della trasmissione TV in diretta. 

 

(...)

 

La narrativa prescelta assume quindi contorni epici: una brava persona (un attore,) dedita a secolari rituali di “auto-medicazione” (per dirla con Johnny,) circuita da una maga Circe.

 

(...)

 

Resta però una nota amara da questa narrativa che vuole un mezzo zombie (che prende a pugni i mobili della cucina, devasta suppellettili e -in buona sostanza- non dimostra avere limiti nel linguaggio, nei modi e nelle sostanze con cui alimenta il suo corpo) diventare amatissimo e difeso dai più senza alcun distinguo.

 

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C’è pure chi dice che questi processi sono, nelle loro tempistiche, distrazioni divertenti da quella “realtà inesorabile” che ci accompagna. Mah. (...) Ad altri viene in mente il Cat Stevens di Where Do The Children Play?, 50 anni fa!: 

 

                                         “ ci farete piangere?

                                           ci farete ridere?

                                           ci direte quando vivere?

                                           ci direte quando morire? 

 

Noi per distrarci e non deprimerci prendiamo un buon libro su carta in mano. Sarà la fisicità del rituale, sarà che c’ha un odore tutto suo, sarà per via di quanto diceva quello slogan… che bisognerebbe tirarsi libri mica bombe

 

Tra l’altro, in guerra, la prima cosa che salta è l’Internet. :-)

 
 
 
(Frammenti di Contrabanda pubblicato per BlowUp sul numero di Lug/Ago 2022)