Luca D. Majer
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Del ‘45, nato a Shreveport, nord ovest della Louisiana. Emigrato prima della Summer of Love a San Francisco. Eminenza grigia della Cryptic Corporation, società che dai loro inizi ha in gestione il fantomatico gruppo The Residents, un gruppo il cui primo disco includeva Santa Dog, una carola natalizia il cui ritornello faceva: Il cane di Santa/è un feto di Gesù. Avevano spedito una copia promozionale anche al presidente Nixon. Gliela rimandò indietro. Poiché non c’era scritto il nome del mittente ma solo la via, il ritorno avvenne verso “Il residente”. Da qui il nome.
 
Homer è il creativo dietro quasi tutte le copertine del gruppo con una fantasiosa società dal nome Pore Know Graphics (come in porno-graphics o Poro-Sa-Grafica.) Ha pure fondato la Ralph Records, con la quale ha avuto a che fare con genti disparate come Chrome, Fred Frith e Tuxedomoon, anche se venne soprattutto inventata per pubblicare i Residents.
 
Sua moglie è un’artista che lavora al computer per creare il mondo irreale di Hollywood, mentre Homer lavora dall’altro versante dell’industria artistica - eppure sempre nel mondo del make-believe. Un mondo iconico, il suo, al punto che nella collezione permanente del MOMA continuano a tenere loro opere.
 
I Residents sono anche uno dei primi concetti totalmente multimediali che incrocia musica (fatta, almeno agli inizi da non-musicisti), video tratti dal cuore dell’Americana, grafiche che odorano di Fifties pucciati in mousses dell’assurdo e - forse - alla base di tutto il concetto di tenere i propri musicisti incappucciati prima da enormi globi oculari (una gimmick che li ha resi indimenticabili) poi da maschere grottesche (che ricordano "The Killing" di Kubrick o qualche film dell’orrore di serie B). E, morto Alan Vega, uno dei gruppi alternativi più longevi che siano rimasti: attivo da circa 45 anni.
 
In questa intervista che vorrebbe parlare dell'ultimo LP "Ghosts of Hope," si parla anche di tutto e di più. E forse anche di CHI SONO i veri Residents?
 
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Dall'intervista:
 
LM: è di moda dire che - contro Hillary - Trump abbia vinto perché aveva capito che tutti i neri o i latinos non votano uguale: s’è concentrato sui clusters, sui segmenti. In termini di business musicale, qual è il ‘segmento’ dei fans dei Residents? Quali sono le loro demographics?
 
HF: tradizionalmente, il modo in cui noi abbiamo sempre descritto il tipico fan dei Residents era “in qualsiasi città del mondo, il più alienato cittadino della città”: tipi che davvero non si sono mai sentiti parte della società. Chi non riusciva in nessun modo a trovare la propria voce riflessa nella loro cultura, beh - poteva trovare un riflesso di sé nei Residents. Predominantemente maschi, tra l’altro. Adesso non so se questa generalizzazione sia ancora valida come un tempo.
 
Onestamente i fans dei Residents, oggi, sono anche il pubblico degli anti-Beyoncé, degli anti-Justin Bieber e sia chiaro, non per criticare qusti ultimi: non li ascolto, non ho idea di cosa facciano. Le mie due figlie mi dicevano recentemente che con il suo ultimo disco Beyoncé “ha parlato” loro e mi sta bene - non credo che scoprirò mai cosa fa Beyoncé, ma magari per loro è come per me con i Beatles quando avevo la loro età.
 
Erano immensamente popolari e la loro popolarità nulla toglieva alla loro arte. D’altra parte credo che Beyoncé sia un prodotto costruito, che è ciò che l’industria dell’intrattenimento fa oggi: cerca di levigare gli angoli al meglio. E per i ragazzi della Middle America questo tipo di prodotto è l’unica cosa che pensano che esista, perché sono quei prodotti a dominare i mass-media. allo stesso tempo la bellezza è che l’Internet consente ad una piccola parte del pubblico che mai comprerebbe il prodotto confezionato di trovare altro, qualcosa diverso e unico. e questi credo siano i fans dei Residents.

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LM: c’è questo personaggio nel vostro spettacolo live "Freak Show" (1995) che per tutta l’apparizione soffia, mugola e non parla, tranne quando una tipa - al telefono - gli chiede il numero di carta di credito per potere far un po’ di sesso telefonico e là, come per magia, la bocca si mette a proferire verbo. Sembra che vi piaccia grattare il fondo del barile...
 
HF: vedi un bel po’ di cose quando vai giù, nel fondo del barile... Nello stesso modo che ho parlato dei fans come degli alienati, i Residents stessi sono stati sempre attratti da queste persone che vagano per strade diverse da quelle del mainstream, non foss’altro per il motivo che non hanno mai trovato il cammino mainstream... e i personaggi del Freak Show, ciascuno di essi, rappresentano un po’ questo tipo di persone.

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Pubblicato su Blow Up aprile 2017